Le più recenti scoperte scientifiche hanno reso i consumatori più consapevoli nella scelta del cibo e degli integratori alimentari. Ad esempio, rispetto alla generazione dei bodybuilder dell’epoca di Schwarzenegger, i cultori del fisico di oggi hanno una visione più chiara sui meccanismi di funzionamento e quindi sull’utilità di supplementi quali la creatina, la beta-alanina e l’arginina.
In tempi recenti, alcuni brand hanno puntato su integratori proteici della carne e il dibattito che ne è seguito ha riguardato il confronto tra queste e le classiche proteine del siero del latte (whey). Per comprendere pro e contro delle due categorie di supplementi, approfondiremo gli aspetti principali che caratterizzano le proteine.
Indipendentemente dall’origine, un grammo di proteine genera un valore energetico pari a 4 calorie, ma il corpo non può utilizzare sempre tutte le proteine ingerite a fini plastici, quindi per la costruzione di nuova massa magra.
Il valore biologico è un indice che viene utilizzato per riconoscere la percentuale di proteine che il nostro corpo riesce effettivamente ad utilizzare. La fonte di proteine con il valore più elevato è quella dell’uovo, perché l’organismo utilizza fino al 94% degli aminoacidi che contiene. Le proteine della carne, in alcune condizioni, riescono ad avvicinarsi a questa percentuale, mentre quelle del latte vaccino raggiungono circa il 60% in media.
Le proteine del siero di latte possono raggiungere un valore biologico di 104, a seconda della purezza: considerato questo dato, le proteine della carne possono competere con le whey?
A seconda delle specifiche esigenze quindi, le proteine della carne possono rappresentare una valida alternativa a quelle del siero per quanto riguarda lo sviluppo della massa e la fase di recupero. Gli atleti che consumano derivati animali e quindi anche questo genere di integratori, utilizzano di solito ciclicamente le varie formule, per ottenere i massimi benefici da entrambe le fonti.