Tra le diete iper proteiche, una moderna strategia è quella nota come liposuzione alimentare, un nome evocativo e di sicuro effetto visto che richiama un dimagrimento estremamente rapido e privo di fatica, tuttavia il significato è piuttosto distante da quella che è la reale etimologia.
Basandosi sulle pubblicazioni dei dottori Castaldo e Vitale presso la clinica di nutrizione AORN di Avellino, descriviamo i tratti principali della dieta oloproteica, un brevetto registrato che avrebbe guadagnato questo soprannome grazie agli esiti importanti circa la riduzione delle adiposità localizzate e sul rimodellamento. Questo regime alimentare sarebbe inoltre capace di produrre un miglioramento della circolazione sanguigna degli arti inferiori.
Questa dieta oloproteica è un regime con tendenza proteica e chetogenica, applicata in ambito clinico per trattare l’obesità con o senza sindrome metabolica.
Essa risulta funzionale in particolare per i soggetti che non rispondono adeguatamente alla terapia ipocalorica standard. Questo tipo di dieta comunque può giovare anche al raggiungimento di un obiettivo estetico nei soggetti normo peso.
Le basi scientifiche di questo metodo tengono in considerazione gli studi del Dr. Blackburn che presso l’Università di Harvard aveva approfondito i fabbisogni proteici dell’uomo durante le fasi di digiuno. Secondo questo professore l’assenza di carboidrati è capace di frenare l’effetto anabolico dell’insulina sui grassi e con un apporto di proteine pari ad 1,5 grammi per ogni chilo di peso ( contro la normalità di 1 g per ogni chilo ) a garantire la conservazione della massa magra. In questo modo verrebbero scongiurate le conseguenze di un eccesso di proteine garantendo l’equilibrio dell’azoto e uno stato costante di chetosi che consentirebbe di non soffrire per la fame.
Rispetto alle intuizioni di questo professore, la dieta oloproteica ha apportato alcune correzioni:
Secondo questo schema l’effetto simile alla liposuzione si verifica grazie ai meccanismi derivanti dalla concentrazione di determinati ormoni quali l’insulina e il cortisolo che determinano il deposito grasso a livello addominale, mentre gli estrogeni innescano l’accumulo di adipe secondo la classica tendenza ginoide ( quindi nella parte superiore delle gambe ).
Questa dieta in buona sostanza cerca di ridurre al minimo l’insulina e incrementare la secrezione dell’ormone GH in maniera da favorire la rimozione dei tessuti grassi, soprattutto quelli di tipo ginoide. Secondo gli autori di questa dieta, ne traggono giovamento anche i sintomi legati al periodo pre-mestruale e la circolazione del sangue.
È bene precisare che qualsiasi dieta di tipo chetogenico risulta nociva per la salute e che la presenza di un numero così elevato di integratori alimentari insieme allo sbilanciamento dei nutrienti non sia segno di una dieta equilibrata ed educativa.
Quindi per ottenere i propri obiettivi probabilmente risulta più proficuo per la salute e per il mantenimento dei risultati seguire un percorso graduale e personalizzato, che preveda anche la giusta dose di attività fisica.